Il Bunker della Resistenza

Il Bunker. Immagine tetra di combattimento, di lotta, di riflessioni oscure. Ma, nei casi di ben più alta moralità e valori, è luogo di resistenza, di ostinata e tenace voglia di vivere.

Non è nostro dovere certamente commentare sull’ennesimo conflitto in corso: qualunque posizione si assuma, qualunque teorizzazione o congettura si accetti, qualunque idea si opini, lo scenario e le conseguenze non cambiano. Vale come per la somma in matematica: cambi gli addendi ma non il risultato. Rimane però l’arte musicale, così sfuggente ad ogni oggettivizzazione o criterio misurabile, sebbene ci si provi ogni volta con pompose critiche e saggi a definirla. A giudicarla. Ad etichettarla. Nessuno di noi è esente da questo processo.

Ciò che tenta di fare un artista è di raccontare la sua percezione di quello che vive, di ciò che lo circonda. Per la questione dell’ultimo conflitto in corso, quello russo-ucraino, è importante partire da un brano in particolare: “Russians” di Sting. La canzone fu registrata e pubblicata nel 1985, durante la Guerra Fredda, e fu composta da Sting in seguito alla visione di una trasmissione satellitare piratata russa di programmi televisivi per bambini. La sua melodia è basata sulla “Suite del tenente Kije” del compositore russo Prokofiev. Sting inizialmente voleva registrarlo in Russia, ma la politica non glielo permetteva. Ha chiarito nel 1985 che “Non è una canzone pro-sovietica; è pro-bambini”. Infatti il testo è un assemblaggio di alcune delle affermazioni dei due schieramenti tramite i due presidenti coinvolti, il russo Nikita Krushev e l’americano Ronald Reagan, quasi a sottolineare l’assurdità di qualsiasi posizione estrema; quasi a voler far capire al proprio ascoltatore di come i giochi della diplomazia, della politica e della guerra mediatica facciano spesso tristemente più storia della vita reale, di quella vissuta dalle persone esterne a tutto questo. Ma che naturalmente pagano il prezzo più alto.

Il pezzo (da un testo a nostro parere degno di essere studiato a scuola) è stato riregistrato proprio in questi giorni e pubblicato sulla pagina Instagram di Sting, con un potente messaggio e un invito a sostenere qualsiasi forma di azione umanitaria nei confronti del paese ucraino. In questo clima, la risposta dell’arte musicale è stata assolutamente forte e compatta. E sebbene alcune di quelle risposte siano espressione dipinte di un credo nazionale o di una specifica idea politica, è sicuramente importante vedere l’aperta condanna nei confronti dell’azione e del trattamento rivolto ai civili che, come detto sopra, pagano il prezzo più alto.

Difficile ritrarre una mappatura unica del fenomeno. Ma, in quanto blog di musica indipendente, riteniamo interessante vedere la mobilitazione nel nostro Belpaese. In Italia una delle eco più forti è arrivata dal MEI, ovvero il Meeting delle Etichette Indipendenti. Recita così il loro appello in un comunicato stampa: “Di fronte alla tragedia che sta colpendo l’Ucraina (e con essa l’Europa con ripercussioni nel mondo intero), davanti alle centinaia di migliaia di donne, anziani, bambini in fuga per mettersi in salvo, la prima osservazione che è necessario fare è che la guerra non mitiga né risolve i problemi ma li centuplica ogni giorno di più. (…)Pertanto, musicisti e artisti milanesi, seppure colpiti da due anni terribili vissuti sotto il “coprifuoco” della pandemia che ha colpito in maniera drammatica il settore dell’arte in tutte le sue diverse componenti, esprimono il proprio “No alla guerra”, per il rispetto della vita, chiedendo ai governi del mondo di impegnarsi in favore della pace e a quello russo di ritirare le proprie truppe di occupazione dall’Ucraina”. Tra le firme a sostegno, per citarne alcune, anche quelle di Fabio Concato, Paolo Fresu, Eugenio Finardi, Pino Scotto e Mario Acquaviva.

Fa sicuramente discutere la posizione della SIAE, la quale ha deciso di sospendere il pagamento del diritto d’autore alle società d’autori russe, fino al termine del conflitto, accettando ovviamente la più che probabile sospensione del pagamento dei diritti d’autore a SIAE da parte delle consorelle per ritorsione. Si è espresso così Mogol: “Siamo consapevoli che è un’azione forte e senza precedenti nella storia recente di SIAE. Vogliamo sottolineare però che non si tratta di una presa di posizione contro gli autori e gli editori russi, che non hanno alcuna responsabilità con riferimento a quanto sta accadendo, ma è un’azione con cui vogliamo manifestare la nostra contrarietà a qualsiasi tipo di guerra.” In questo scenario così intenso, il MEI ha inoltre annunciato la partenza di una prima maratona musicale indipendente on line per raccogliere fondi a favore della popolazione dell’Ucraina, con cover italiane e straniere interpretate da diversi artisti che hanno aderito all’iniziativa. Come riportato, infine, dalla redazione di Ravenna Notizie, il MEI parteciperà al concerto di beneficenza che dovrebbe tenersi a Bologna (tra i nomi degli artisti, figurano La Rappresentante Di Lista, Roy Paci, Diodato e la direttrice d’orchestra ucraina Oksana Lyniv, giusto per citarne alcuni). Si attendono ulteriori dettagli sull’evento.

Per ulteriori dettagli, invece, sul movimento mainstream sia Italiano che anglofono (e non), rimandiamo a Rolling Stone, che sta continuando ad aggiornare con dedizione la sua lista di nomi in opposizione al conflitto, citando anche musicisti e professionisti della musica classica attuale. Per quello che riguarda la protesta russa anti-guerra, consigliamo questo splendido articolo redatto da OndaRock, che offre spunti interessanti sul tema.

Invitiamo infine i nostri lettori a cercare di tenere cuore e orecchie aperti. Perché la Resistenza non resti solo confinata in un bunker.

Post Sanremo 2022: riflessioni tra Big e nomi nuovi

É passato quasi un mese dal carrozzone Sanremese. Siamo ben consci che è quasi anacronistico parlarne con gli attuali echi di una guerra semi annunciata e di una fine pandemia che sembra non arrivare mai (soprattutto per il nostro campo). Tuttavia, checché se ne dica, la piattaforma Sanremo ha riservato delle sorprese che testimoniano come, che piaccia o meno, anche in un ambito nazional-popolare si strizzi occhio e si appizzino le orecchie verso tutto quello che è una nuova forma di esprimersi; o meglio: una fetta generazionale che dimostra di essere una spugna di influenze e scenari musicali che hanno nel loro qualcosa da mostrare e su cui riflettere e incuriosirsi. Noi abbiamo osservato e ci permettiamo di buttare giù riflessioni su alcuni artisti che tra Big e nuovi nomi ci hanno sorpresi in positivo.

  • Highsnob e Hu. Forse la più bella sorpresa di questo Festival (alla stregua dei Coma_Cose, che l’anno scorso fecero un Sanremo tutto loro e memorabile). Entrambi si sono creati dei loro spazi nella scena, con la combinazione di rap, elettronica e funky per lui e la versatilità nel canto, nella produzione e nella scrittura di lei. “Abbi cura di te” era partita quasi in sordina e, nonostante un piazzamento ingiustamente basso nella classifica finale, si è poi distinta per un arrangiamento orchestrale potente ed espressivo (a dimostranza dell’enorme talento di Michele Melozzi, direttore d’orchestra e compositore capace di adattarsi alle nuove sfumature del rock, del pop e dell’urban attuali). Il testo è stato inoltre enunciato con chiarezza e trasporto durante il live, permettendoci di apprezzare la penna e l’interpretazione di Highsnob; lei, forse il vero poker d’assi del pezzo, quasi come una Sinéad O’Connor nell’urban (non intendiamo accostare le due ovviamente; ci sembrava solo un’interessante combinazione di immagini) ci regala una voce e una compostezza che si combacia perfettamente con la “ruvida” delicatezza di lui. La grande intesa dimostrata sul palco la si avverte anche nella versione registrata; fa riflettere su come l’urban/trap (come lo si voglia chiamare) possa assolutamente sposarsi ad un contesto simile, mostrando una faccia in cui vale la pena specchiarsi.
  • Mahmood e Blanco. Tanto per rimanere in ambito urban, ecco i due vincitori. Mahmood che meritatamente vede accrescere la sua popolarità, col prestigio di questo secondo titolo Sanremese, da un lato; “Blanchito”, il 19enne “loco” dell’attuale trap italiana, dall’altro lato, con una capacità pazzesca di reggere il palco. “Brividi” è stata a nostro modo di vedere erroneamente accostata a “Non Amarmi”. Diciamo erroneamente perché il brano parla sì d’amore; ma gli elementi che la compongono la rendono perfettamente in sentono con un urban dai toni più “melodici” e con elementi nella produzione di Mahmood, Riccardo Fabbriconi e Michelangelo che arricchiscono e impreziosiscono il pezzo, grazie ad attacchi di chitarra improvvisi, freestyle e colpi di beat squisitamente black. In parole povere: funziona. E funziona perché è cantata da due rappresentanti di una fetta sociale che abbraccia integrazione e bisogno di riscatto. Ha perfettamente senso con il suo cantare scattoso e con l’hype in crescendo; col suo concludersi in sospeso. Davvero gran pezzo.
  • Yuman. Sentire delle sane venature R&B e soul a Sanremo fa un gran bene all’anima. Ce ne eravamo ricordati più di recente con Ghemon, reduce da due bellissimi festival grazie a “Rose Viola” e “Momento Perfetto”. Anche con Yuman abbiamo assistito ad un piazzamento veramente troppo basso in classifica. Tralasciando questo, il 26enne cantautore romano, con quella voce così calda come cioccolata che si scioglie squisitamente sulla lingua, ha portato un brano, “Ora e Qui”, dopo le conferme a Sanremo Giovani, che è quasi senza tempo. Da venature quasi gospel? Con rimandi a Macy Gray nel ritornello? Con quella semplicità ed ottimismo che sprizzano da tutti i pori nel testo? Chi lo sa. Magari esageriamo? Boh. Sappiamo che quello che abbiamo ascoltato ci piace, tantissimo. E chissene che usiamo paroloni; che iperboliamo. Se non l’hanno visto i giurati il talento di questo ragazzo, lo abbiamo visto noi. E dovrebbe bastare. Quindi Ad Maiora!
  • Giovanni Truppi. Pochi sono quei cantautori con quell’abilità di scrivere pezzi non ascrivibili ad una struttura melodica specifica e con armonie che sembrano viaggiare per conto proprio. “Tuo padre, mia madre, Lucia” si incastra perfettamente in quell’unico ardito universo musicale che è quello di Truppi, il quale narra la potenza dell’amore maturo con grande coraggio e umanità. Ci sarà un motivo per cui la Francia ce lo invidia e lo definisce un genio… Sarebbe anche bello capire perché Sanremo lo abbia piazzato agli ultimi posti, ma tralasciamo.
  • Michele Bravi. Infine, ecco qualcuno che meritava decisamente molto più riconoscimento di quello avuto, magari anche qualche chance al premio della critica (andato comunque meritatamente ad un Ranieri grandioso). Non diciamo alla miglior composizione musicale (andato a quel gioiello di Elisa, che ha finalmente riportato la VERA sé stessa sul palco, con una canzone da pelle d’oca), anche se a nostro avviso ci si è avvicinato molto. Ha fatto un Sanremo a parte, per pezzo, esibizioni, identità artistica e preparazione. Solo lui può cantare il suo pezzo, intitolato “Inverno dei fiori”. E azzardiamo di più: la sua cover di Battisti è stata incredibile. Siamo stufi di chi dice che certi artisti non vanno cantati per il mito che rappresentano. Questo significa limitare la libertà artistica e la possibilità di rendere proprio un pezzo, anche famoso. Michele ha portato una cover unica e fedele al suo stile, così delicato e fiabesco; così elfico ed etereo; senza schemi e senza etichette. Come l’Arte Musicale tutta dovrebbe essere.

Emtia in Ritmi Italia

Emtia alias di Mattia Muratta nasce in una piccola città pugliese in provincia di Lecce (Galatina) nel 2001. Attraverso un rapporto intenso con la musica, vede in esso un modo per scappare da tutto, per rigettare i problemi e le ingiustizie avvenute su un foglio e scaricare l’anima, o per raccontare degli aneddoti e storie felici della sua vita.

Scrive canzoni dall’età di 15 anni, e sulla spinta anche degli amici a lui cari le ha rese di pubblico dominio, ottenendo anche il sostegno della famiglia. Il suo primo inedito uscito pochi mesi fa si intitola “Gioia”, che ha riscosso numerosi apprezzamenti. Attualmente è al lavoro sul suo primo EP.

Lityo in Ritmi Italia

Lityo è il nuovo progetto musicale di Lorenzo Lotito, cantautore, giornalista e conduttore televisivo. Dapprima autodidatta, inizia a frequentare le lezioni di chitarra del maestro Mirco Bonucci che lo spinge a concentrarsi sulla composizione.
Grazie ad una borsa di studio nel 2002 frequenta il “CET – Centro Europeo di Toscolano” di Mogol, dove vince il “Festival del Provino” con due canzoni.
Nel 2003 la canzone “Dolcemente” è scelta come sigla ufficiale del Premio Lunezia di Aulla, pubblicata da Rai Trade.
Negli anni suona insieme a diverse formazioni come cantante e chitarrista fra cui gli Audiosfera con cui pubblica l’album “Ogni cosa al suo posto”.
Ha pubblicato due EP autoprodotti, “Vicino/Lontano” nel 2009 e “L’Essenziale” nel 2012.
A inizio 2021 esce il primo singolo di Lityo dal titolo “La casa che brucia”. Seguono i brani “Finché c’è il vento”, la cover di Lucio Battisti “L’aquila” e “Ruggine ancora”.

Marco Tobia entra in Ritmi Italia con 11 novembre

11 novembre è il nuovo singolo del cantautore trapanese Marco Tobia: un messaggio di amore, di inclusione e di speranza.

Link Videoclip Ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=IlD0LyuIrjQ
Link Streaming Spotify: https://spoti.fi/3FpDw3H
Link – Fan Link: https://linktr.ee/marcotobia

11 novembre è il nuovo singolo del cantautore trapanese Marco Tobia, già disponibile dall’ 11 novembre sulle principali piattaforme di streaming e download e su Youtube con il videoclip ufficiale.
Il brano, che segna il ritorno sulle scene dell’artista a distanza di un anno dall’ultimo singolo “Ti cercherò nei sogni”, rappresenta l’amore universale senza barriere o alcun tipo di forme di discriminazione etniche, fisiche; un amore che va oltre..
“Il brano nasce principalmente da una lettera, che includeva la frase, che secondo me è la più importante del pezzo “ci sono incontri più forti, di ogni paura”, questa frase mi ha dato tantissima ispirazione nello scrivere il testo. Il mio intento è provare, anche per soli 3 minuti, ad abbattere queste forme di discriminazione, di superficialità, di bullismo anche a volte “solo” psicologico. Vorrei mandare un messaggio importante a tutte le persone: “Dobbiamo essere liberi di amare e di vivere con chi ci fa star bene e soprattutto dobbiamo avere il coraggio di essere sempre noi stessi a dover decidere cosa fare o come fare” afferma Marco Tobia.

co tobia


11 novembre, scritta da Marco Tobia, è stata prodotta dal musicista nonché Maestro Maurizio Lipari. Il mix and mastering è stato curato dal musicista Roberto Gervasi, membro degli Shakalab. Il videoclip è stato registrato presso Molino Excelsior di Valderice, grazie alla regia di Davide Salerno.
Vorrei ringraziare: Comune di Valderice, Accademia Setticlavio, Davide Salerno.

Vicodix entra in playlist con “Non male il Natale”

“Non male il Natale “ è il nuovo singolo di Vicodix a tema natalizio pubblicato il 17 Dicembre ‘21. “Fugace, luminoso e pronto ad essere dimenticato presto , così come il Natale !” Questo è la spot che l’autore vuole associare ironicamente alla sua canzone in cui focalizza con un testo critico la superficialità moderna con cui si vive questa ricorrenza e rivive nostalgicamente la perduta magia che sopravvive ancora nello sguardo incantato dei bambini .

Daniele Di Somma, in arte VICODIX, nasce nel 1975 a Napoli, ma si trasferisce molto presto nella provincia bergamasca, conservando della sua città d’origine preziosi ricordi, affetti e un po’ di permalosità. A quindici anni arriva la prima chitarra, una classica conservata fino a oggi, e rispolverata per registrare l’accompagnamento del brano EL PIBE DE ORO, il primo inedito di questa nuova avventura musicale.

Per un ventennio partecipa a svariati gruppi come ONE WAY e CHEMNEY SWEEPER, mentre con gli AVANGUARDIA approda al primo album, AL DI LÀ DEL MARE, edito nel novembre 2003 da Videoradio. Sono seguiti altri due progetti: nel 2010 quello di musica sperimentale-elettronica con i SIMULA FAKE e nel 2013 quello dei CARALIRA.

Si prende poi una pausa pur continuando a comporre canzoni. Finché non matura la decisione della carriera da solista, passando dall’analogico al digitale, una specie di ritorno al futuro, una dimensione alquanto bizzarra e molto impegnativa. Il primo brano pubblicato a dicembre 2020, EL PIBE DE ORO, nasce subito dopo la scomparsa di Diego Maradona. Il secondo inedito è NON VOLEVO, MA VOLAVO ed è in uscita il 18 Febbraio 2021

Anche Alberto Corradin è della “ciurma”

Alberto Corradin è uno che, con la musica, non si annoia (quasi) mai: oltre a cantare, suona basso, chitarra, ukulele, pianoforte e armonica a bocca.

Scrive canzoni da sempre, solo che non l’ha mai raccontato troppo in giro. Un po’ per timidezza. Ma soprattutto perché, fin da bambino, la mamma gli diceva di pensare a studiare, che con la musica non è mai campato nessuno. (E si sa, le mamme hanno sempre ragione, altrimenti sai le randellate.)

Però Alberto ha continuato a comporre musica, a cantare e a suonare nella scena underground di Vicenza e dintorni, fra locali di periferia, feste private e busking. Ma mica perché voleva disobbedire alla mamma: a lui, la musica serve per dare forma ai fantasmi, ai sogni e alle abitudini. Per trovare un senso alla realtà che lo circonda, e magari pure un equilibrio interiore altrimenti irraggiungibile

Dopo un’incredibile serie di sfortunati eventi, nel 2021 ha finalmente deciso di sconfiggere la timidezza e di uscire dall’ombra con 6 singoli, registrati presso lo studio New Emotion Records di S. Bonifacio (VR). I brani sono prodotti da Alberto con la collaborazione di Davide Rossi, Elia Zigiotto e Leonardo Zago. Nel 2022 affronterà un tour per promuovere il suo primo album, intitolato “Niente sembra importante”.

Töc Big Band approda anche con noi…


… ovvero Marco Töc Bongiovanni alla voce e chitarra, Patrik Richelmi al basso e Lorenzo Loz Arese alla batteria.

Tutto ciò ebbe origine nel 2012 quando Töc fondò i T.O.C. , una band di rock semi-acustico, ottenendo una discreta visibilità nella sua provincia di Cuneo. Tra vari cambi di line-up Töc pubblica nel 2013 l’ep “Fiaba di un sognatore” in cui si occupa di suonare tutte le parti strumentali.

Nello stesso anno vince l’ultima edizione dell’aclinfestivalrock al Nuvolari di Cuneo nelle categorie miglior band e miglior cantante, dopodiché la formazione si sfalda. Continua a collaborare col bassista Vincenzo Moscatello insieme al quale registrerà le canzoni “un carattere sensibile” e “dagliela” che faranno parte nella nuova edizione di Fiaba di un sognatore uscita nel 2020.

Nel 2015 Töc mise in pausa il progetto fino al 2017, in quell’occasione cominciò una collaborazione con Lele Balocco alla batteria e Fausto Cappellino al basso rinominando la band semplicemente Töc, abbandonando le atmosfere acustiche a favore di un rock elettrico. Ulteriori cambi di formazione portarono Töc a pubblicare nel 2020 il singolo “volente o Nolente” avvalendosi solo di voce, chitarra elettrica e strumenti virtuali, tutto ciò poco prima di arrivare alla formazione attuale. Il 2 agosto 2021 esce il nuovo singolo MAKI6 che anticipa il nuovo disco FELICI PER FINTA, in uscita il 30 agosto 2021. il gruppo è ribattezzato TÖC BIG BAND.

BURDOSKI

“La tua centrifuga” è il primo di una serie di singoli di prossima uscita di Burdoski, autore, polistrumentista e produttore.

Dietro il nome Burdoski c’è Alessandro Paolucci, cantautore, polistrumentista e produttore. Un artista a tutto tondo che propone in chiave pop elettronico, alternative rock e indie nuova sonorità dall’animo grunge tipiche delle atmosfere anni Novanta.

Proprio in quegli anni si esibisce come bassista al “Piper”, leggendario locale di Roma, dove insieme ai Nerves apre il concerto della famosa band grunge, alternative rock di Seattle “Mudhoney”. L’evento è il punto culminante del suo percorso come musicista in vari gruppi della capitale.

Dopo lo scioglimento dei Nerves Alessandro Paolucci inizia un percorso di avvicinamento alla chitarra e comincia a scrivere brani originali.

Gira il mondo e approda in Sud Africa dove ha modo di partecipare attivamente alla vita musicale del posto. Porta con sé a Belgrado la stessa fame di musica dove segue corsi di produzione e teoria musicale, partecipando a eventi musicali locali.

Burdoski prende il nome da uno dei personaggi de “L’Idiota” di Dostoevskij e si sente proprio come l’impostore della nota opera letteraria russa.

“Nella vita mi sono dedicato a tutt’altro – dichiara Alessandro Paolucci – e ora come ‘un impostore’ vengo a galla. Ho sempre continuato però a fare musica ma per un lungo periodo non l’ho condivisa con nessuno”.

Burdoski rappresenta-un sottomarino d’oltrecortina inabissato da una trentina d’anni ed appena riemerso. Un’anima sospesa tra passato, presente e futuro, sulle coordinate – Roma – Belgrado -Pretoria. Giostrina ubriaca senza barriere di genere, ruolo o dogmi di varia natura-

Fra il 2020 e il 2021 grazie all’aiuto del produttore Marko Benini organizza una scaletta di brani che usciranno sotto forma di singoli pubblicati dalla “Digital Distribution Bundle”, sublabel di TRB rec.

La prima di queste canzoni è “La tua centrifuga” uscita il 13 luglio del 2021.

Il video girato da “Sauvages Produzioni” richiama atmosfere surreali di film come “Trainspotting”.

Un autore fuori dalle righe che con immagini, parole e musica vuole esprimere e condividere il suo punto di vista.

 “La tua centrifuga” non è la solita “canzonetta”. È un viaggio all’interno di aspetti crudi e oscuri dell’animo umano che si tendono a ignorare ma che sono dentro ognuno di noi.

Riferimenti di Burdoski: https://burdoski.com/FacebookInstagram

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